Salò, o le 120 giornate di Sodoma, è un film del 1975 diretto dal regista italiano Pier Paolo Pasolini. Il film è basato sul romanzo del Marchese de Sade, Le 120 giornate di Sodoma, ma è ambientato durante gli ultimi giorni della Repubblica Sociale Italiana, nel 1944, nella cittadina di Salò, sul Lago di Garda.
Il film è noto per la sua estrema brutalità e per le immagini disturbanti che mostrano scene di violenza sessuale, sadismo, tortura e umiliazione. Rappresenta un'esplorazione della corruzione morale e del potere, mettendo in evidenza la degradazione dell'essere umano.
Il regista ha voluto creare uno shock nel pubblico, cercando di mostrare la volontà di potere e il sadismo di alcuni individui, utilizzando personaggi che rappresentano varie figure di autorità: un presidente, un vescovo, un giudice e un duca. Questi personaggi rapiscono giovani donne e uomini, che vengono poi sottoposti a terribili abusi fisici e psicologici.
Il film ha suscitato grande polemica sia all'epoca della sua uscita che successivamente. Molti critici lo considerano una riflessione sulla politica, sulla violenza e sull'oppressione, mentre altri lo ritengono semplicemente una forma di pornografia o sensazionalismo.
Nonostante il suo carattere controverso, Salò è considerato ancora oggi un film importante e influente nella storia del cinema italiano e del cinema d'autore. Ha gettato una luce cruda su tematiche tabù e ha mostrato il potere del mezzo cinematografico nell'affrontare temi difficili e scomodi.
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